In questo momento il PSG sta letteralmente acquistando a mani basse tutti i giocatori interessanti del panorama calcistico europeo.
Se scorriamo l’elenco degli acquisti degli ultimi due anni, possiamo trovare nomi noti del campionato italiano: Sirigu, Maxwell, Pastore, Thiago Motta, Lavezzi, Ibrahimovic, Thiago Silva, Verratti.
Ora sembra che anche Lucas, a lungo corteggiato dall’Inter, sia in procinto di trasferirsi a Parigi, molte volte però i grandi nomi non sono garanzia di vittoria.
Lo sanno bene i tifosi interisti che per anni si sono visti accreditati del cosiddetto scudetto d’agosto, quando però arrivava il campionato la forza di molti celebrati campioni sembrava squagliarsi come neve al sole; mestamente la squadra invincibile doveva rassegnarsi a raggiungere faticosamente la qualificazione alla coppa Uefa, ultimo obiettivo rimastole.
Lo sanno bene anche i tifosi del Chelsea che dalla metà degli anni 90’ hanno visto arrivare molti giocatori con l’intento di arrivare al campionato; Gullit, Vialli, Zola, Casiraghi e Di Matteo furono gli apripista, anche allora sembrava che i soldi potessero comprare qualsiasi cosa.
Per arrivare allo scudetto i blues hanno dovuto attendere però il 2004-05, circa dieci anni di investimenti, la Champions è invece arrivata solo l’anno scorso.
Certo si può anche arrivare a vincere dopo un paio di stagioni, nella vita e nel calcio non ci sono certezze, prendiamo il Milan di Sacchi, il tecnico di Fusignano arrivò al Milan dopo Liedholm-Capello, una squadra che a fatica aveva conquistato la qualificazione alla coppa Uefa; in quattro anni uno scudetto, una supercoppa Italia, due coppe dei Campioni, due coppe Intercontinentali e due Supercoppe Europee.
Anche qui però vi furono grandi investimenti: Giovanni Galli, Galderisi, Bonetti, Gullit, Van Basten (ottenuto però con un investimento minimo) e tanti altri ancora, insomma non esiste una sola verità.
Una cosa che potrebbe far riflettere è che molte squadre sono state capaci di diventare grandi con i giovani che provenivano dalle giovanili, l’Ajax ritornò grande in Europa con molti prodotti del proprio vivaio.
Vinse una Champions e l’anno dopo perse la finale ai rigori, poi lentamente i giocatori di quella squadra vennero venduti ad altre squiadre, però questo esempio dovrebbe far riflettere i nostri presidenti; l’Olanda e specificamente l’Ajax hanno sempre avuto il coraggio di puntare sui giovani, hanno costrutito sul vivaio la loro forza, anche qui in Italia bisognerebbe cercare di imitare il modello olandese, specialmente in questo momento di crisi.
Cereda Stefano
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